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Orgoglio e pregiudizio – trama e riassunto

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen – riassunto semiserio

Altro classico senza tempo, Orgoglio e pregiudizio è considerato uno dei romanzi d’amore più celebri della letteratura. Vero: l’amore è il principale argomento di questa intramontabile opera, ma rappresenta anche il quadro la cui cornice è importante quasi come il quadro stesso.

Sì, perché il contesto sociale e storico del libro è senz’altro fondamentale per la storia in sé: non dimentichiamoci che siamo nell’Inghilterra georgiana, in un’epoca nella quale il ruolo della donna (specialmente delle classi medio-alte) è confinato fra bella statuina – da nubile – e accessorio di grazia – da sposata. Non dimentichiamoci inoltre che l’autrice di questo romanzo, Jane Austen, è lei stessa una donna, una donna che sceglie di non sposarsi, scelta non poco problematica se consideriamo che all’epoca per una donna era quasi impossibile attraversare indegna l’esistenza senza la protezione di un uomo, padre, fratello o marito che sia. Un’epoca in cui se sei donna non puoi ereditare, quindi, se vivi in una famiglia di figlie femmine, la casa nella quale sei nata andrà di diritto a un tuo sconosciuto cugino soltanto perché è maschio (così come scopriamo nel romanzo). Un’epoca nella quale se sei donna non puoi né lavorare né pensare di mantenerti da sola e quindi, se non hai la fortuna di essere ricchissima, sopravvivere diventerà difficoltoso.

Ne sa qualcosa Jane Austen, per lei e la sorella Cassandra (mai sposata inseguito alla morte del fidanzato) ha dovuto provvedere prima il padre,  poi i fratelli. Jane aveva deciso di vivere “della sua propria penna”, ma la verità è che due dei suoi fratelli, Edward e Frank, hanno dovuto prendersi cura di lei, della sorella e della madre vedova. Un altro suo fratello, Henry, si è incaricato di trattare con gli editori e di seguire la pubblicazione dei lavori di Jane, perché a lei, in quanto donna, non era consentito farlo (per approfondire la vita di Jane Austen potete seguire il link).

Nonostante la sua epoca, e nonostante sia morta a solo 42 anni, Jane Austen (qui il nostro tè immaginario con lei) ha lasciato il segno nella letteratura inglese e mondiale. Fra i suoi lavori più celebri, vi ricordo Ragione e Sentimento, Mansfield Park ed Emma. E ora, parliamo di Orgoglio e Pregiudizio.

Mai titolo fu più azzeccato: due parole che delineare il carattere di due persone, ma siccome non basta la copertina per conoscere un libro, serve la maestria di Jane per definire appieno i nostri personaggi. Orgoglio e Pregiudizio è un libro di facilissima lettura, gioioso e leggiadro, merito del talento della sua immortale autrice. Su di lei, Virginia Woolf scrisse:

“Ecco una donna, agli inizi dell’Ottocento, che scriveva senza odio, senza amarezza, senza paura, senza protestare, senza far prediche. (…) Se qualcosa faceva soffrire Jane Austen, questa era la ristrettezza della vita che le veniva imposta. Era impossibile per una donna andarsene in giro da sola. Lei non viaggiò mai. Non attraversò mai Londra su un omnibus, né mai fece colazione da sola in un locale pubblico. Ma forse era nella natura stessa di Jane Austen non desiderare ciò che non aveva. Il suo genio e le condizioni della sua vita si accordavano completamente. Conosceva esattamente le sue capacità e quali temi vi si addicessero per poterli trattare come deve uno scrittore che mira alto.”

 

Dove, quando, cosa

Hertfordshire, Inghilterra orientale, intorno al 1800. Il dove non ha molta importanza in questo libro, se non immediatamente collegato con la “tenuta di…” oppure “l’eredità di…”. Qui, quello che conta è l’appartenenza a un ramo più o meno nobiliare o all’altro – e non di certo per affetto familiare.

La tenuta Longbourne, infatti, non fa eccezione. Abitata dalla famiglia Bennet – che, disgraziatamente, non ha un figlio maschio legittimato a ereditare, ma solo cinque figlie femmine –, andrà in eredità a qualche lontano, sconosciuto e odiato parente. Dunque, l’unica ragione di vita della signora Bennet è quella di riuscire a far sposare le sue figlie quanto prima, costi quel che costi.

Le donne Bennet
Photo: dal film Pride and prejudice, 2005,  regia di Joe Wright

Nelle vicinanze, la dimora di Netherfield viene presa in affitto da un giovane ricco e celibe – quale manna del cielo? –, ecco dunque la signora Bennet che parte alla carica, decisa di farlo ammogliare a una delle sue care figliole. Una delle due più grandi, cioè: le altre sono ancora piuttosto giovani. Ricordiamoci però che siamo in Inghilterra, nel 1800: ogni cosa deve essere fatta con un preciso rituale, seguendo scrupolosamente le regole non scritte di etichetta e civiltà. Una di queste richiede la visita di presentazione da parte del capo famiglia – che in questa scena viene esortato dalla consorte:

“«Comunque, è indispensabile che andiate a fare visita a Mr Bingley non appena si sarà stabilito in paese».
«È più di quanto possa promettervi, credetemi».
«Fatelo per le vostre figlie. Pensate che sistemazione sarebbe per una di loro. Sir William e Lady Lucas sono fermamente decisi ad andarci, e a quell’unico scopo, visto che come sapete, non è loro abitudine far visita ai nuovi vicini. Dovete andarci anche voi o sarà impossibile per noi andarlo a trovare».
«I vostri scrupoli sono senz’altro eccessivi. Sono pronto a sostenere che Mr Bingley sarà felicissimo di vedervi; gli farete avere poche righe da parte mia con l’assicurazione del mio pieno consenso al suo matrimonio con una qualsiasi delle ragazze, quella che gli piacerà di più; anche se dovrò mettere una buona parola per la piccola Lizzy».
«Voglio sperare che non farete una cosa simile. Lizzy non è affatto meglio delle altre; anzi, per quel che mi riguarda trovo che non abbia neanche la metà della grazia di Jane o del buon carattere di Lydia. Eppure è sempre lei quella che preferite».
«Nessuna di loro è dotata di grandi qualità», replicò Mr Bennet; «sono sciocche e ignoranti come tutte le ragazze; tuttavia Lizzy è un po’ più sveglia delle sue sorelle».
«Mr Bennet, non capisco come si possa trattare a questo modo le proprie figlie. Provate gusto a tormentarmi. Non avete nessuna pietà dei miei poveri nervi».
«Vi sbagliate, cara. Ho per i vostri nervi il massimo rispetto. Siamo vecchie conoscenze. Saranno almeno vent’anni che ve li sento nominare con riguardo».
«Ah! Non avete idea delle mie sofferenze».
«Ve ne libererete, mi auguro, e vivrete abbastanza a lungo da vedere il vicinato popolarsi di giovanotti con quattromila sterline l’anno di rendita».
«Vengano pure in venti, non serviranno a nulla dal momento che voi non andrete a trovarli».
«Non è detto, mia cara: quando saranno venti andrò a trovarli tutti».”

Chi è chi

Il dono della sintesi è uno dei pregi di Jane Austen: riesce a tratteggiare con precisione assoluta i personaggi usando pochissime parole, descrizioni perfette che devono essere ricordate e prese da esempio per chi, come me, aspira a una scrittura essenziale, ma anche per chi si diletta a leggere.

  • Signor Bennet: capofamiglia, padre di cinque figlie, nonostante sia soffocato da una moglie di corte vedute e da principi sociali altrettanto limitati, è il personaggio più divertente di tutto il romanzo. Sarcastico, al limite del burbero, mette tutto il suo impegno nel restare fuori dalle dinamiche familiari e ambientali, eppure è quello che meno si tira indietro quando si tratta di salvaguardare la felicità dei suoi affetti. Marito ideale.

“Mr Bennet era un tale singolare miscuglio di acutezza e di umorismo, di sarcasmo, di pudori e di capricci, che la consuetudine di ventitré anni di matrimonio non era bastata a sua moglie per comprenderne il carattere.”

  • Signora Bennet: tutta un’altra storia. Anche volendole riconoscere le attenuanti della preoccupazione eccessiva per il futuro delle sue figlie, la signora Bennet risulta comunque una donna petulante. Invadente, senza il limite della misura nel parlare, non perde occasione di rendersi ridicola (e di conseguenza l’intera famiglia), facendo vergognare tutti. Ingombrante.

“La natura di quest’ultima era molto meno complessa. Era una donna di intelligenza modesta, di scarsa cultura e di carattere debole e incerto. Quando era scontenta si convinceva di essere nervosa. Scopo della sua vita era trovare marito alle figlie; i suoi svaghi le visite e le chiacchiere.”

  • Elizabeth Bennet (Lizzy). Secondogenita nella famiglia Bennet, è anche il principale personaggio femminile del romanzo. Non ancora ventunenne, è graziosa, adora i libri ed è piena di spirito. Spigliata e indipendente, è benvoluta da tutta la famiglia per il suo essere schietto. Un po’ troppo sicura di sé, cadrà vittima dei suoi stessi pregiudizi. Esuberante.
  • Jane Bennet: la più grande fra le sorelle, è conosciuta per la sua bellezza e dolcezza. Mite e priva di vanità, vede il bello in chiunque. Tutta la famiglia tifa per lei, certa che meriti di fare un ottimo matrimonio. Posata.

«Oh! Tu sei troppo propensa a pensare bene degli altri, questo si sa. Non trovi mai un difetto a nessuno. Per te sono tutti buoni, tutti cari. Dacché sono al mondo, non ti ho mai sentito parlare male di una persona.»

«Non me la sento di criticare con troppa facilità; però dico sempre quello che penso.»”

  • Charles Bingley: il nuovo vicino dei Bennet, è lo scapolo d’oro. Educato, di bell’aspetto, molto ricco (questa è la qualità che viene per prima nel 1800. Ma non solo allora), sta simpatico sia alle donne (chissà perché) che agli uomini. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto, questo è rappresentato dalle sue due sorelle. Bravo ragazzo.

“Mr Bingley aveva subito fatto conoscenza con le persone più ragguardevoli della sala; era allegro e disponibile, non aveva perso un ballo, si era lamentato che le danze chiudessero così presto, e aveva accennato ad una festa a Netherfield. Qualità così amabili si raccomandano da sole.

  • Fitzwilliam Darcy. Miglior amico di Bingley, bellissimo, ricchissimo, proprietario di Pemberley – una tenuta da favola nel Derbyshire –, è anche orgoglioso e sprezzante quanto basta per farlo diventare il perfetto personaggio un po’ dark di cui tutte s’innamorano. Tutte le lettrici, nel romanzo invece incontra alcune difficoltà. Appassionante.

“(…) ma fu il suo amico, Mr Darcy, ad attirare di colpo l’attenzione della sala col suo fisico alto e slanciato, i tratti perfetti, il nobile portamento; senza contare quello che si diceva di lui, e che era sulla bocca di tutti cinque minuti dopo il suo ingresso: aveva una rendita di diecimila sterline l’anno. I signori in sala lo definirono un bel tipo di uomo, le signore giunsero a dichiarare che era molto più bello di Mr Bingley; insomma, fu al centro dell’attenzione della sala per la prima metà della serata, finché il suo comportamento non si prestò a gravi critiche che oscurarono l’astro della sua popolarità; ci si accorse infatti che era un uomo altezzoso, che non si degnava di unirsi alla compagnia e al divertimento generale; e tutte le sue vaste tenute nel Derbyshire non bastarono più a far dimenticare il suo carattere quanto mai odioso e insopportabile, che non aveva confronti con quello del suo amico.”

  • George Wickham: gentiluomo di nome, ma non di fatto, è un ufficiale di bella presenza e modi affascinanti. Conosce Darcy, in quanto è figlio dell’amministratore del padre di Darcy, ma non ne parla benissimo. Mai lasciarsi ingannare dall’apparenza. Mascalzone.

“(…) e mentre Mr Wickham si faceva innanzi, Elizabeth sentì che da quando lo aveva visto non era mai riuscita a pensare a lui senza un poco di ammirazione, del resto ragionevolissima. Gli ufficiali del reggimento del …shire erano nel complesso gentiluomini degni del massimo riguardo, e i migliori erano lì presenti; Mr Wickham però era tanto superiore agli altri nel portamento, nell’espressione del viso, nel modo di fare e di incedere quanto gli altri erano superiori allo zio Phillips, che li accompagnava in sala col suo faccione ottuso e alitante vino di Porto.”

  • Mary Bennet: terza sorella Bennet, non spicca per doti particolari, ma s’impegna molto per acquisirne qualcuna. Senza successo. Ambiziosa.

“(…) sua sorella Mary che, essendo la sola in famiglia sprovvista di doti naturali, e avendo lavorato sodo per procurarsene con lo studio e l’applicazione, era sempre ansiosa di farne sfoggio.
Mary mancava di gusto quanto di talento, e se l’ambizione le aveva dato costanza nell’applicazione, le era valsa altresì una certa aria pedante e dei modi affettati che avrebbero reso un cattivo servizio a un livello di esecuzione ben superiore da lei raggiunto.”

  • Catherine Bennet (Kitty), due anni più grande della più giovane della famiglia, Lydia, vive nella sua ombra, facendosi influenzare dai suoi modi sciocchi e sconsiderati. Migliora in seguito. Sciocchina.
  • Lydia Bennet. La più giovane della famiglia, è anche la combina guai. Sguaiata, scriteriata e vanesia, non dà mai il giusto peso alle cose – caratteristiche peggiorate dalla madre che la vizia costantemente e dal padre indolente. Scapestrata.

È infatti il padre a inquadrare le due figlie più giovani:

“Una mattina, dopo essere rimasto ad ascoltare i loro sproloqui in proposito (parlavano degli ufficiali alloggiati nelle vicinanze per tutto l’inverno – nda), Mr Bennet osservò freddamente:
«A giudicare dai vostri discorsi dovete essere le due ragazze più stupide di tutto il paese. Ne ho già avuto il sospetto, ma ora ne sono convinto.»”

Le sorelle Bennet
Photo: dal film Pride and prejudice, 2005, regia di Joe Wright

  • William Collins. Eccolo qua, l’odiato parente che erediterà la tenuta dei Bennet, e senza alcun merito! Cugino del signor Bennet e pastore anglicano che ha sbagliato vocazione, è un miscuglio di servilismo e di boria, rimane sgradevole a tutti senza il minimo sforzo. Antipatico.

“Mr Collins non era una persona di buonsenso e ben poco avevano potuto l’educazione e la società contro le mancanze della natura; aveva trascorso la maggior parte della vita sotto la guida di un padre illetterato e meschino; era stato, sì, all’università (vietata alle donne – nda), ma si era limitato a frequentarla regolarmente, senza trarne profitto. La soggezione nella quale suo padre lo aveva allevato gli aveva conferito a tutta prima un’aria di grande umiltà, vivacemente contrastata in seguito dalla presunzione di una testa vuota, e dalla soddisfazione che gli derivava da una precoce e inaspettata prosperità.”

  • Charlotte Lucas. Migliore amica di Elizabeth e figlia dei vicini, a ventisette anni è destinata a rimanere zitella. Senza dote e non molto avvenente, non sarà la sua intelligenza ad aiutarla, in un mondo fatto di apparenza. O forse sì? Assennata.

Chi fa cosa

Durante il ballo dato dagli storici vicini di casa, i nuovi arrivati hanno modo di conoscere le signorine Bennet e tutto il vicinato. Il signor Bingley resta affascinato da Jane Bennet e danza con lei varie volte, Mr Darcy invece si mostra superbo e snobba le nuove conoscenze, cosa che non passa innoservata:

“«Si dà il caso che proprio voi stiate ballando con l’unica bella ragazza della sala,» disse Mr Darcy, alludendo alla maggiore delle Bennet.
«Ah sì, è la più bella creatura che abbia mai incontrato! Ma vi faccio notare che alle vostre spalle è seduta una delle sue sorelle, che è piuttosto graziosa e assai simpatica, a mio parere. Lasciate che chieda alla mia dama di presentarvela.»
«Di chi state parlando?» disse Darcy e, voltandosi, si mise ad osservare Elizabeth, ma ne incontrò lo sguardo un attimo dopo; allora ritirò il suo e disse freddamente: «Non c’è male; ma non è abbastanza bella per me; e poi non ho intenzione, ora come ora, di dedicarmi alle signorine trascurate dagli altri cavalieri. Fareste meglio a tornare alla vostra dama ed ai suoi affascinanti sorrisi, perché con me state sprecando il vostro tempo.»
Mr Bingley seguì il suo consiglio. Mr Darcy si allontanò; ed Elizabeth si trovò a nutrire sentimenti non proprio benevoli nei suoi riguardi. Ciò nonostante raccontò il fatto alle amiche con molto spirito; era dotata infatti di una spiccata disposizione per lo scherzo, e si divertiva a scoprire il lato ridicolo delle cose.”

Che dire, Mr Darcy si rende da subito simpatico come un mal di denti.

Le sorelle di Bingley invitano Jane Bennet a pranzo. Jane, obbligata dalla madre (davvero machiavellica) ad andare a cavallo invece che in carrozza, prende freddo per via di un temporale e si ammala. Costretta a letto, resta alcuni giorni nella dimora di Bingley, dove viene accudita dalla sorella Elizabeth. L’ambiente sembra accogliente e amichevole, ma è tutta apparenza: le sorelle di Bingley sono due arpie che se la ridono alle spalle di Elizabeth, il signor Bingley è così preoccupato per la sorte di Jane – per la quale inizia a provare affetto – da non vedere oltre al suo naso, e Mr Darcy fa quello che gli riesce meglio: si rende odioso agli occhi di Elizabeth. Tutto sommato però, il piano della signora Bennet di far avvicinare il signor Bingley a sua figlia Jane funziona, così da considerarli quasi fidanzati.

Le visite di cortesia
Photo: dal film Pride and prejudice, 2005, regia di Joe Wright

Qualche giorno più tardi, alla tenuta Longbourn giunge un ospite inatteso: il futuro proprietario della tenuta, il cugino Collins. Pieno di sussiego, arriva deciso a espiare la sua colpa di ereditare senza merito sposando una delle sorelle Bennet: atto ai suoi occhi talmente generoso da non richiedere l’approvazione altrui. Potrebbe essere la pubblicità di una lotteria: insieme alla casa, vinci anche una moglie!

Immediatamente inquadrato sia dal signor Bennet, che dalle sue figlie maggiori, guadagna il loro disprezzo. La signora Bennet invece va in visibilio appena Collins dichiara le sue intenzioni di sposare la maggiore delle sue figlie, che, dopo un esame attento, risulta degna di tale onore. Giusto il tempo di informarlo che la maggiore era “prenotata”, e:

“Mr Collins non ebbe che che passare da Jane a Elizabeth, e fu presto fatto: giusto il tempo che Mrs Bennet ci mise ad attizzare il fuoco. Elizabeth, che per età e per bellezza veniva subito dopo Jane, le succedette senz’altro. 
Mrs Bennet capì al volo, e confidò di avere presto due figliole sposate; e colui che il giorno prima non poteva nemmeno sentir nominare aveva adesso tutta la sua approvazione.”

“Giusto il tempo che Ms Bennet ci mise ad attizzare il fuoco.” Questo è quanto. Ma andiamo avanti.

Mr Bingley dà un ballo: tutto il vicinato è invitato, non si parla d’altro, quale occasione per mettere in mostra figlie in età di matrimonio e maniere più o meno raffinate? In effetti, la giovane Jane e Mr Bingley sembrano in procinto di fidanzarsi, mentre la famiglia Bennet riesce a mettere ripetutamente in imbarazzo le due sorelle maggiori con le loro, di maniere.

Elizabeth e Mr Darcy
Photo: dal film Pride and prejudice, 2005, regia di Joe Wright

Il primo a dichiararsi però non è Mr Bingley, ma Mr Collins. Lui infatti non ha molto da valutare: intende tornare a casa sposato e, se la prima non è disponibile, vada per la seconda. Elizabeth rifiuta categoricamente la proposta, buttando la madre in una valle di lamenti e rimproveri singhiozzati. Niente da fare. Anche perché Elizabeth ha appena conosciuto il fascinoso Whickam che, fra le altre cose e fra le righe, le racconta una pietosa storia di maltrattamenti e ingiustizie perpetrata da Mr Darcy ai suoi danni. Mr Darcy perde altri punti, Whickam sale in classifica, Collins invece è eliminato.

Dopo il ballo, Mr Bingley insieme a tutta la sua compagnia lascia la tenuta per Londra, senza indicare se e quando farà ritorno. Il tempo passa e agli occhi dei Bennet diventa sempre più chiaro che il fidanzamento di Jane e Mr Bingley rimarrà una chimera. Jane soffre dignitosamente, in quanto davvero innamorata, la sorella Elizabeth le sta vicino e fa quello che può per distrarla. Anche se, dalle lettere ricevute dalla sorella di Mr Bingley, sospetta fortemente che sia le sorelle che Darcy hanno tramato per allontanare Bingley dalla giovane, troppo imbarazzati dalla sua famiglia. Jane è triste, Elizabeth delusa.

Mr Collins, né triste né deluso, ma molto determinato, chiede in moglie Charlotte, l’amica zitella di Elizabeth. La quale, dopo un rapidissimo calcolo delle probabilità, accetta. L’amore, dite? Vincono tutti, chi se ne importa dell’amore! Nel frattempo, Elizabeth si raffredda nei confronti di Wickham, che sembra intenzionato a sposare una nuova conquista (hanno tutti la fissa del matrimonio, ve l’ho detto. Anche se non è questo anche il caso di Wickham, lui ha altre mire. Ma andiamo con ordine).

Jane viene invitata a trascorre qualche mese a Londra, dai suoi zii. Accetta di buon grado, per distrarsi dal suo dolore, ma anche sperando di incontrare Mr Bingley: si sa, il mondo è piccolo. Ma le sorelle arpie di Bingley fanno di tutto perché questo non accada e Jane s’intristisce sempre di più.

I due novelli sposi, Mr Collins e Charlotte invitano Elizabeth a passare un po’ di tempo a casa loro. Così, lei ha modo di convincersi ulteriormente dell’ottusità di Collins, della pazienza di Charlotte, di conoscere una loro parente tanto altolocata quanto sgradevole e, dimenticavo, di rifiutare una proposta di matrimonio. Di chi, vi chiederete? Di Mr Darcy, anche nipote della signora altolocata che abbiamo appena nominato. Lo so, la notizia sorprende anche Elizabeth, non solo voi. Darcy è di poche parole, sembra esigere tutto, ha degli standard: ed ecco l’orgoglio. Elizabeth è delusa: le confessioni di Wickham su Darcy, e poi le manipolazioni per dividere il proprio amico dalla amata sorella… Un’idea se l’è fatta: ed ecco il pregiudizio. Rifiuta Darcy.

Darcy le invia una accorata lettera nella quale spiega il suo comportamento, Elizabeth è stupita: inizia a vedere le cose in un’altra luce, ma è un po’ tardi per pentirsene, come in un gioco di malintesi.

Arriva l’estate, Elizabeth parte con i suoi zii a visitare il Derbyshire e strada facendo, capita loro di alloggiare vicino a Pemberley, proprietà dell’amato/odiato Darcy. Rassicurata sul fatto che il proprietario sia fuori per affari, la ragazza accetta di visitare il magnifico posto. Ma ecco Darcy: è tornato prima del previsto, che fare, che fare? Imbarazzo, ognuno guarda da un’altra parte, Darcy si comporta eccessivamente garbato, gli zii di Elizabeth hanno un’ottima impressione, lei è sempre più confusa. Si decide di prolungare la sosta di qualche giorno e ritornare in visita alla tenuta, Elizabeth incontra anche Bingley, che sembra provare ancora dei sentimenti per la sorella… Insomma, tutto sta andando divinamente.

Finché una lettera non li raggiunge: Lydia, la sorella minore di Elizabeth, è scappata con Wickham (sì, proprio lui: il fascinoso ufficiale dall’innamoramento facile) e nessuno sa dove siano. Disastro: l’idillio è finito, tocca tornare a Londra, recuperare i fuggitivi, obbligarli a sposarsi. Che disdetta.

Una volta rientrati, Mrs Bennet è distrutta, la famiglia disonorata. Il padre e lo zio di Elizabeth ritrovano i fuggitivi e provano a sistemare le cose. Senza via di uscita, Wickham è obbligato a sposare Lydia. Mrs Bennet rinasce: finalmente una figlia sposata, non importa se e come. Mr Bennet invece non la prende benissimo, le sorelle più grandi neanche. Ma è meglio un matrimonio obbligato che una figlia disonorata e, inoltre, Lydia è talmente oca da essere persino contenta.

Elizabeth viene a sapere che è stato Darcy a ritrovare Wickham e a obbligarlo a prendersi le sue responsabilità (versandogli una cospicua somma) e che Wickham non era alla sua prima “pazzia d’amore”, in quanto già fuggito con la sorella di Darcy, con l’intento di circuirla – per fortuna fermato in tempo dall’eroe Darcy. I sentimenti di Elizabeth sono in subbuglio, ed è sempre più convinta di averlo giudicato erroneamente.

“Coloro che non mutano mai d’opinione, hanno il preciso dovere di giudicare in modo giusto fin dal principio.”

Elizabeth e Mr Darcy
Photo: dal film Pride and prejudice, 2005, regia di Joe Wright

Mr Bingley insieme a tutta la compagnia torna a Netherfield per la stagione della caccia, i sentimenti riaffiorano, l’amore sboccia ed è tutto così romantico… Tranne per i fagiani. Ah: e anche per la zia altolocata di Darcy che, al sentire di tanto amore nell’aria arriva in un turbinio di prepotenza e alterigia a ordinare seduta stante a Elizabeth di non sposare Darcy. Senza successo, come immaginerete.

Chi ama chi

  • Jane ama Mr Bingley. Il suo è un amore sommesso, discreto. Persino nella sofferenza lei è posata, senza eccessi
  • Mr Bingley si innamora di Jane. Ma lui è influenzabile, nobile, deve seguire le regole imposte dalla società e la famiglia di lei non è di certo all’altezza
  • Elizabeth ama la vita. Ama la libertà di poter pensare con la testa propria, ama le sue idee fino a far offuscare i propri sentimenti.

“Non è proprio l’indifferenza verso il resto del mondo l’essenza del vero amore?”

  • Mr Darcy ama Elizabeth. La ama quasi da subito, appena dopo aver fatto in tempo a rendersi a lei odioso, ma ciò gli si può perdonare, perché il suo è un amore dapprima un po’ confuso, ma determinato in seguito, coraggioso persino (ricordiamoci che è stato respinto). Darcy è fedele ai suoi sentimenti e fa del suo meglio per dimostrarlo, ma senza dare nell’occhio. Infatti Elizabeth, accecata dai propri pregiudizi, ci mette un po’ per vederlo.

“Non so dire l’ora, il luogo, lo sguardo, o le parole che hanno posto le basi. È stato troppo tempo fa. Mi ci sono trovato in mezzo prima di accorgermi che fosse cominciato.”

  • Mr Collins ama se stesso. Tutto il resto viene di seguito

Finale

I malintesi vengono chiariti, l’amore trionfa, Mrs Bennet è al settimo cielo – e se ce ne fossero altri sarebbe anche oltre – tutto è bene quel che finisce bene.

Conclusione

L’ovvio vuole che questo sia un romanzo d’amore. L’amore però è solo un pretesto per ricordarci che basta davvero poco per perderlo. O per non trovarlo mai. Oppure per dimenticarci di lui.

L’amore è un bellissimo sentimento. Che non basta mai a se stesso.

Note

Il romanzo Orgoglio e pregiudizio ha ispirato moltissime versioni cinematografiche e per la televisione (segnaliamo la miniserie con Colin Firth nel ruolo di Mr Darcy – molto fedele al libro), fra quali il famoso omonimo film diretto da Joe Wright con Keira Knightley nel ruolo di Elizabeth (ma il cast è tutto degno di nota). Se volete scoprire di più sulle versioni cinematografiche e televisive: filmforlife.

Tutte le immagini dell’articolo sono tratte dal film Pride and prejudice di Joe Wright.

 

Annabelle Lee